Attualità

Vivi nascosto: i fatti del mondo e l’inclemenza del tempo.

Le prime tre proposizioni del Trattato di Wittgenstein assegnano ai fatti la realtà del mondo: Il mondo è tutto ciò che accade. Il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose. Il mondo è determinato dai fatti e dal loro essere tutti i fatti. Insomma Wittgenstein oggettivizza il mondo. Secondo queste riflessioni che tipo di mondo sarebbe il nostro? L’estetica del malessere è un diverso termine per qualificare la realtà contemporanea, ineffabile e innominabile attuale disse Calasso. Il fallimento di Heidegger che tentò di nobilitare l’essere-nel-mondo , con la fenomenologia dell’esserci, l’analitica esistenziale di Essere e tempo, con il risultato che il dasein è così banale e mediocre da ridurre la filosofia al quotidiano disagio del vivere. Angoscia, nulla, morte. La banalità del reale. Al dasein si aggiunge la filosofia dell’assurdo di Rensi, filosofo veronese, cioè la constatazione che l’assurdo regna nella realtà e nelle menti ed è fondamento della religione. Ontologia e pessisimo come metro paradigmatico, anche il comico come essenza del tragico di Ionesco definisce bene il presente. Il rimedio forse è rifugiarsi dall’inclemenza del tempo, che fu la scappatoia realista prospettata da Gomez Davila. Del resto già il neopitagorico Apollonio di Tiana suggeriva di vivere nascosti.

«La dispersione scolastica implicita, cioè l’incapacità di un ragazzo/a di 15 anni di comprendere il significato di un testo scritto, è al 51%

Nel corso della sua presentazione Tesauro ha affermato che in Italia esiste «una crudele ingiustizia generazionale perché la crisi ha colpito proprio i bambini. Non solo 1.384 mila bambini in povertà assoluta (il dato più alto degli ultimi 15 anni) ma un bambino in Italia oggi ha il doppio delle probabilità di vivere in povertà assoluta rispetto ad un adulto, il triplo delle probabilità rispetto a chi ha più di 65 anni». ll presidente di Save The Children ha ricordato inoltre, che «più di due milioni di giovani, ovvero 1 giovane su cinque fra i 15 e i 29 anni, è fuori da ogni percorso di scuola, formazione e lavoro. In sei regioni, il numero dei ragazzi e delle ragazze Neet (acronimo di «not in employment, education or training», ndr) ha già superato il numero dei ragazzi, della stessa fascia di età, inseriti nel mondo del lavoro. In Sicilia, Campania, Calabria per 2 giovani occupati ce ne sono altri 3 che sono fuori dal lavoro, dalla formazione e dallo studio. Dati che – ha sottolineato – fanno a pugni con la richiesta del mondo produttivo».

https://www.corriere.it/scuola/secondaria/22_maggio_19/save-the-children-un-15enne-due-non-capisce-quello-che-legge

Incomprensioni russe

Esattamente un secolo fa, nel 1922, Il’in, Berdjaev e molti altri membri dell’intellighenzia che Lenin non riusciva a sradicare del tutto (ma che non poteva nemmeno far rimanere in Russia) furono mandati in esilio a bordo delle “navi dei filosofi”, per essere poi lasciati in Europa. Il’in divenne il portavoce del popolo russo bianco emigrato. Era legato a un gruppo di pensatori dell’epoca conosciuti come “eurasiatisti” – l’idea risale a qualche anno prima – e credeva come loro che l’Unione sovietica non sarebbe durata a lungo. Nel 1950 scrisse il saggio What the Dismemberment of Russia Will Mean to the World (“Cosa comporterà lo smembramento della Russia per il mondo”), in cui spiegava cosa sarebbe successo quando l’esperimento marxista fosse fallito. Il’in Ilyin sosteneva che la Russia non fosse uno Stato-nazione come quelli occidentali: per lui era una specie di organismo, un’unità mistica sovrastorica, un po’ come il Volk tedesco ma con un’impronta più cristiana. Quando l’Unione sovietica sarebbe crollata, quest’unità organica sarebbe stata smembrata in altre entità più piccole, separate e indipendenti, che sarebbero state poi assorbite dall’Occidente, neutralizzando così la potenza russa – cosa che, secondo Il’in, l’Occidente ha sempre voluto fare (Il’in è una importante fonte per chi sostiene l’esistenza di una russofobia in Occidente).

Linguaggio a vanvera

Il linguaggio divisivo che sperimentiamo lo è anche per la sua mancanza di rispetto e per la sparizione del dialogo. Un linguaggio che esprime la furia di tutti contro tutti, che racconta l’impotenza di chi sta male e vorrebbe fare qualcosa per stare meglio ma si rende conto della propria inutilità, scarsa autostima e impossibilità di cambiare le proprie condizioni materiali di esistenza. Senza rispetto è anche il linguaggio televisivo di molti talk show, costruiti con ostentazione per élite benpensanti, a tratti intimidatori e linguisticamente manipolatori. In mancanza di rispetto e diventati abili nel praticare la brutalità del linguaggio siamo sempre pronti a scontri improvvisi, a comportamenti aggressivi, espressione di una indifferenza crescente verso gli altri, di tensione diffusa ma soprattutto di instabilità e malessere psichico dalle conseguenze imprevedibili.

https://www.linkedin.com/pulse/il-mondo-divisodal-linguaggio-carlo-mazzucchelli

Antropologia digitale

“Stai cucinando il pollo ascoltando Lou Reed che hai scaricato da un’App on line e la ricetta è sull’Ipad.”

Luciano Floridi a #Maestri – Come l’infosfera sta cambiando il mondo

https://www.raiscuola.rai.it/scienzesociali/articoli/2021/11/Luciano-Floridi-a-Maestri

Il filologo tedesco in spiaggia

Il Comune di Atrani e il famoso filologo tedesco Dieter Richter litigano per un lettino in spiaggia. Uno scontro iniziato sul bagnasciuga e poi culminato online con post e comunicati. Tutto inizia quando lo studioso denunciato via internet di essere stato «discriminato» perché gli sarebbe stato rifiutato di accedere in spiaggia prendendo un solo lettino («o due a 35 euro o niente»).

https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/22_giugno

C’è confusione.

Tuteliamo le minoranze e la libertà, al tempo stesso il “politicamente corretto” a tratti sfocia in una censura castrante per la stessa libertà (vedi il sensitivity reader nella narrativa): come vive questa contraddizione?

«Malissimo. Non siamo affatto liberi, c’è confusione su questo. Giorni fa studenti Lgbtq+ sventolando la bandiera della Palestina dicevano: “Siamo a favore di voi fratelli musulmani”. Quando hanno capito che in quei Paesi gli omosessuali sono puniti con 30 anni di prigione, allora hanno corretto il tiro: “Ah ok, ora sappiamo come stanno le cose, ma siamo ancora con voi”».

Estratto dell’articolo di Miriam Massone per “la Stampa” Bret Easton Ellis 21.10.23

«Dipende dal contesto»

Il loro credo fondamentale è questo: poiché gli Stati Uniti dalla loro fondazione sono una società intrinsecamente sessista, razzista, xenofoba, oggi non si può perseguire una «parità dei diritti» perché sarebbe fasulla; bisogna invece ridurre i diritti dell’America privilegiata e oppressiva (i bianchi) per riparare le ingiustizie. Togliere il diritto di parola a chi non difende attivamente le minoranze è sacrosanto. Si instaura una piramide di caste rovesciata, in cui gli ex-ultimi devono essere sistematicamente i primi. Diversità, Equità, Inclusione sono i principi con cui si nobilitano le nuove discriminazioni. Il vittimismo diventa il criterio ispiratore della vita sociale. Chiunque dissente è una minaccia per i diritti degli oppressi, va zittito, neutralizzato.

F Rampini, La capa di Harvard salvata in nome della libertà di espressione (che le università Usa ostacolano). Corriere della sera. 12.12.23

Pornografia della vulnerabilità.

“Come non amare la plasticità dell’inglese – sadfishing (…) È perché la sensatezza non fa grandi clic. Non quanti ne fa l’emotività, il sentimentalismo, il melodramma, il dirsi fragili, il dare la colpa agli altri, e soprattutto il format del secolo: accendere la telecamera del telefono, e piangere.” Sadfishing, posting sad content online to garner sympathy. Postare contenuti tristi per provocare solidarietà. ( Guia Soncini, Non ci resta che piangere La pornografia della vulnerabità, e altre lagne con telecamera, 6 marzo 24)

Coca e Fernet. “In Argentina lo danno ai cavalli”. Orgoglio milanese.

“ … in Argentina l’abbinamento con la Coca Cola è diventato una sorta di bevanda nazionale. Ho scoperto anche una serie di usi diversi del nostro amaro, come nel caso di un consorzio agrario in cui vendevano il Fernet per integrare l’alimentazione di mucche e cavalli. Dicevano che, miscelato con erba e fieno, serviva a mantenere in buon ordine lo stomaco degli animali».

https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/24_marzo_21

Stefano Lorenzetto per “OGGI”

Roma

Il Mercury, cinema a luci rosse, si trovava a 700 metri dalla basilica di San Pietro, in via Porta di Castello 44. «Proprietario dei muri era il Vaticano. Sul finire degli anni Ottanta, con l’arrivo delle videocassette, andò in crisi. Fu trasformato nel Muccassassina, il locale notturno più trasgressivo della Capitale: frocioni, drag queen, dark room, Cicciolina e la ventenne Vladimir Luxuria a fare da buttadentro», racconta Roberto D’Agostino.

https://www.dagospia.com/rubrica-29/

Padri filosofi

«Prima del ‘68 vivevamo nell’età della disciplina, il messaggio della famiglia coincideva con quello della società: se vuoi raggiungere i tuoi obiettivi lavora e sacrìficati. Dopo il ’68 questa società si è smobilitata per un anelito di libertà: il motto era Vietato vietare! Poi, su questa componente si è inserita l’importazione della cultura americana che richiedeva autoaffermazione e performance spinta. La cultura americana e la cultura del ‘68 sono confluite: le regole possono ammettere tranquillamente le deroghe, però dal lunedì al venerdì tu devi funzionare a livello di performance, competenza, velocizzazione del tempo, il sabato e domenica fai quello che vuoi».

https://www.corriere.it/sette/attualita/24_marzo_23

Img: 2012-D-G-Bandion

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