Filosofia

La Città ideale di Platone.

Nell’estate del 2022 ho collaborato con Alessio Nardin, regista, autore, attore.

Discutemmo, al mercato in un caffè, di arte, filosofia e teatro e mi chiese un testo su Platone, su La Repubblica in particolare, da utilizzare per un film che stava girando sul tema del lavoro.

Il docufilm dal titolo Epos et labor è stato presentato in anteprima a Venezia, nell’ambito della Mostra del Cinema, il 9.9.22

Questo è il testo.

Come bisogna vivere? Questo chiede Platone nel dialogo La Repubblica, che si dovrebbe dire Politeia, il vero titolo dei dialoghi cioè la costruzione della cosa comune. Repubblica è la traduzione latina di politeia, res publica, la cosa pubblica. Se la giustizia deve essere alla base di un governo e di una città ideale è necessario parlare di anima, educazione di lavoro e  virtù. Questo perché conoscenza e potere sono intimamente intrecciati. Platone dice che lo scopo e il fondamento di una comunità politica basata sulla ragione è la giustizia. La giustizia per Platone è ciò che rende virtuose le altre capacità umane. La giustizia garantisce l’unità e la forza dello stato. La realizzazione della giustizia nell’individuo e nello stato non può che procedere parallelamente. Nessuna comunità umana può sussistere senza la giustizia. Lo stato è giusto quando ogni individuo attende solo al compito che gli è proprio; ma l’individuo che attende solo al compito proprio è esso stesso giusto. Platone ritiene che lo Stato debba aiutare le persone a sviluppare le virtù cardinali: sapienza, coraggio, temperanza e giustizia, perché l’anima è divisa in tre parti: razionale, volitiva e concupiscibile, e solo l’armonia di queste porta alla giustizia. Queste virtù corrispondono alle diverse classi sociali: i governanti, i guerrieri e gli artigiani. Per raggiungere l’armonia in uno Stato è necessario che ogni cittadino svolga nella società il compito che meglio corrisponde alla qualità della sua anima. Platone progetta una comunità politica unita che si distacchi da quella tradizionale fatta di appartenenze e privilegi di ceto e di censo e che permetta l’identificazione del cittadino con l’anima della polis. Per questo povertà e ricchezza smisurate non possono sussistere e dividere i cittadini tra loro, così come gli interessi privati nel bene pubblico devono essere impediti. Etica e politica devono crescere insieme. La malattia della città è lo specchio della malattia dell’anima. Lo squilibrio tra la parte razionale dell’anima e quella irrazionale genera disarmonia e infelicità, è così anche per lo Stato e nella gestione del bene comune. Oikos significa proprio questo: la struttura comunitaria giusta come modello ideale di politica. I legami e i ruoli sociali, il lavoro, la proprietà, la famiglia, sono tutte realtà che Platone pensa di modificare in funzione del Bene superiore, aggiunge che tutte le donne dovrebbero essere di tutti gli uomini e viceversa, e che le donne possono essere guerriere e filosofe regine. Platone immagina che i produttori e i commercianti, i soli che potranno godere del possesso di beni e denaro, mantengano materialmente i legislatori, i sapienti, i migliori (filosofi) che hanno il compito di diventare classe dirigente. I custodi dovranno tutelare la comunità dai nemici. La città governata da uomini giusti formerà cittadini giusti.  Platone lo dice: questo è un modello ideale, un “paradigma in cielo”. Il modello della città giusta è però la sola finalità politica degna di essere perseguita, un’utopia progettuale. La Repubblica si apre con una riflessione sulla vecchiaia e si chiude con un mito che parla di rinascita. Nel mezzo si trova una straordinaria narrazione sul sapere: solo chi ha contemplato il Bene, la conoscenza, (di cui parla il mito della caverna) può essere educatore/reggitore della Città ideale. L’uomo giusto che insegue il bene sarà portato ad assecondare la propria intima vocazione e troverà un posto nell’organizzazione corretta dell’oikos, la casa comune. Platone ritiene che per vivere nel giusto bisogna fare piazza pulita delle opinioni (doxa) e ottenere la conoscenza corretta (epistème) attraverso la ragione, la conoscenza, il sapere.

img: Atene 1869 arts craft and architecture

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